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Prof. E. Malato

Luoghi di discussa interpretazione

nella Divina Commedia

13 Maggio 2019

Il 13 maggio 2019 l’Università di Torino e, in particolare, il corso di Filologia dantesca tenuto dal professor Donato Pirovano, ha ospitato l’intervento del professor Enrico Malato intitolato “Luoghi di discussa interpretazione nella Divina Commedia”, in cui sono stati discussi i luoghi danteschi che maggiormente possono essere ritenuti dei veri e propri rompicapi per gli interpreti moderni, iniziando la trattazione dal canto V dell’Inferno e dalla controversa figura di Francesca da Rimini. 

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Il professor Malato, autore di un importante testo sulla teorica d’amore a partire dal XII secolo (Amor cortese e amor cristiano), ha infatti incentrato l’inizio del proprio discorso sul ritorno in attualità dell’amore durante la seconda metà del XII secolo, con la nascita e lo sviluppo della letteratura cortese. Mentre l’amore uomo-donna era, nei secoli precedenti e a causa dell’ingerenza della Chiesa, visto solo in funzione della procreazione, con il De amore di Andrea Cappellano (pubblicato nel XII secolo e condannato poi dalle autorità ecclesiastiche), viene a imporsi una visione del tutto diversa, secondo cui l’amore diventa “un’ansia del desiderio insoddisfatto”, individuabile solo al di fuori del matrimonio. Con il nuovo millennio e la nascita della civiltà cortese, assistiamo quindi alla nascita di centri di sovranità e società che vivono l’amore in maniera totalizzante e in cui le donne assumono il ruolo di protagoniste. 

Dante colloca gli amanti tra i peccatori per incontinenza, non tra quelli per malizia, e per i due amanti per eccellenza, Paolo e Francesca, sembra mostrare una particolare simpatia e una pietà che dà chiaramente un connotato positivo ai due e che ha fatto sì che la critica (tra cui Foscolo e De Sanctis) pensasse a una deroga rispetto alla logica infernale, sebbene una soluzione romantica non basti a soddisfare gli interrogativi sorti nel corso dei secoli. Le soluzioni proposte sono state molteplici: mentre Contini è stato il primo critico a mettere in evidenza la tramatura di fondo che comprende anche Cappellano, Pagliano si è concentrato sull’interpretazione di alcuni passaggi controversi. Caretti, invece, ha messo a fuoco il legame tra la prima e la seconda parte del canto V: la prima parte, infatti, offre il quadro ambientale necessario affinchè si possa sviluppare l’incontro con i due amanti. La proposta di Malato è quindi la seguente: nel momento in cui Dante incontra i due amanti è ancora impregnato dalla visione della tradizione cortese nella quale si è formato (che vede l’amore come qualcosa che nasce in modo naturale), ma è la passione eccessiva di Paolo e Francesca, che supera il limite della moralità cristiana, a meritare la condanna. Lo svenimento di Dante al termine del discorso con i due amanti è quindi da leggere come una presa di consapevolezza dell’autore dell’erroneità della sua visione. 

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Il professor Malato ha poi incentrato la seconda parte del suo intervento sulla sua Nuova Edizione della Divina Commedia: il progetto, nato all’interno della NECOD, è partito dai presupposti evidenziati da Pagliano sulle problematiche relative alla contaminatio. La proposta sostenuta da Malato è quella della necessità di un’interpretatio ai fini della costitutio textus, ossia di una ricostruzione puntuale nonostante lo sforzo di un’interpretazione generale. Il riferimento è quello della lettura sistematica dell’edizione di Petrocchi, che offre una ricca documentazione relativa al proprio lavoro. Il professor Malato ha quindi discusso una serie di loci critici relativi all’Inferno per evidenziare il proprio metodo di ricostruzione e, infine, ha evidenziato la necessità e l’importanza della figura di un solo commentatore per una nuova edizione della Divina Commedia, utile a dare organicità e coerenza al lavoro. 

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