Prof. G. Fioravanti
Il Convivio: il primo trattato filosofico in lingua volgare
8 Giugno 2017
Questo signore, cioè queste canzoni, alle quali questo comento è per servo ordinato, comandano e vogliono essere disposte a tutti coloro alli quali puote venire sì lo loro intelletto, che quando parlano elle sieno intese; e nessuno dubita che s'elle comandassero a voce, che questo non fosse lo loro comandamento. [12] E lo latino non l'averebbe esposte se non a' litterati, ché li altri non l'averebbero intese. Onde, con ciò sia cosa che molti più siano quelli che desiderano intendere quelle non litterati che litterati, séguitasi che non averebbe pieno lo suo comandamento come 'l volgare, [che] dalli litterati e non litterati è inteso.
(Conv. I.VII 11-12)
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Il professor Gianfranco Fioravanti, nell’ambito del corso di Storia della Filosofia medievale tenuto dal professor Pietro Bassiano Rossi è intervenuto sul massimo trattato filosofico dantesco, in assoluto il primo a esser stato scritto in lingua volgare a discapito del latino.
Il professore, che ha recentemente curato un importante volume dal titolo La filosofia in Italia al tempo di Dante (2016), ha ripercorso le ragioni che hanno indotto Dante a scegliere il volgare, le implicazioni che questa scelta ha portato con sé sul piano filosofico e politico, nonché la portata intellettuale di questo commento-trattato nel panorama del pensiero contemporaneo.