Prof. M. P. Carrasco
La felicità attraverso la filosofia
4 Dicembre 2017
Il professor Mariano Carrasco, nell’ambito del corso di Filologia e critica dantesca tenuto dal professor Donato Pirovano, ha offerto agli studenti una lectio magistralis sul concetto di felicità e sulla ricerca di essa nell’opera dantesca (con speciale attenzione a Convivio e Monarchia).
Muovendo dall’analisi della natura del desiderio (Conv. IV.XII), un desiderio molteplice, verso le cose e verso Dio, egli ha mostrato come questa attitudine tutta umana generi confusione nell’anima dell’uomo pellegrino: «nella vita umana sono diversi cammini, delli quali uno è veracissimo e un altro è fallacissimo, e certi meno fallaci e certi meno veraci» (Conv. IV.XII 9).
La Monarchia (I.III), a questo proposito, esprime con chiarezza quale sia il fine ultimo dell’umanità, sulle fondamenta dell’Etica Nicomachea: al carattere ibrido dell’uomo (corpo e anima, corruttibile e incorruttibile) corrispondono due fini ultimi, uno corruttibile e uno incorruttibile. Ne conseguono, insomma, due diversi tipi di felicità – uno squisitamente celeste, l’altro del tutto terrestre – raggiungibili attraverso vie diverse, «ab humana ratione que per phylosophos tota nobis innotuit, hec a Spiritu Sancto qui per prophetas et agiographos, qui per coecternum sibi Dei filium Iesum Cristum et per eius discipulos supernaturalem veritatem ac nobis necessariam revelavit » (Mon. III.XV 9).
La lezione si è conclusa, infine, con la lettura del passo celeberrimo delle due guide che si rendono necessarie all’uomo, l’una per guidarlo alla felicità temporale, l’altra a quella spirituale, con l’importante implicazione politica che questo discorso si porta appresso.